La curiosità è sempre stata una bussola per me. Ogni volta che mi sono trovato davanti a un ostacolo, è stato quel “perché?” o quel “e se…?” a indicarmi la strada. Mi ha permesso di imparare, migliorare e a volte persino reinventarmi.
Ma non tutte le curiosità sono uguali. Ho imparato che esistono due livelli, due stadi evolutivi attraverso i quali possiamo sviluppare questa competenza fondamentale.
1. La Curiosità Esplorativa: il primo passo
La Curiosità Esplorativa è quella spinta iniziale, quella che ci porta a raccogliere informazioni, a leggere, a chiedere, a esplorare nuovi argomenti o situazioni. È il desiderio di conoscere e di ampliare i propri orizzonti.
Ad esempio, potremmo essere curiosi di scoprire come funziona un nuovo strumento di lavoro o quali sono le tendenze di un settore in evoluzione. Questa curiosità è fondamentale per tenersi aggiornati e stimolare la mente. Tuttavia, c’è il rischio che rimanga un esercizio sterile, fine a se stesso, se non la trasformiamo in qualcosa di più profondo.
2. La Curiosità Generativa: il livello superiore
Il secondo livello, quello della Curiosità Generativa, è il punto in cui la curiosità non si limita più a soddisfare un bisogno personale, ma diventa un vero strumento di connessione e di creazione di valore.
Qui la curiosità si manifesta come un sincero interesse per gli altri, per le loro storie, per le loro prospettive. Non si tratta solo di scoprire cosa qualcuno pensa o fa, ma di capire perché. È questa curiosità che ci permette di costruire relazioni profonde, di comprendere i bisogni reali dei clienti o di trovare soluzioni innovative.
Ad esempio, durante una conversazione con un collega o un cliente, la curiosità generativa ci spinge a porre domande autentiche, ad ascoltare attivamente e a creare un ponte tra ciò che impariamo e ciò che possiamo offrire.
Come passare dalla curiosità esplorativa a quella generativa?
Ecco alcune riflessioni pratiche:
- Fermati sulle domande: quando fai una domanda, chiediti se stai davvero ascoltando la risposta o se stai solo aspettando di parlare.
- Coltiva empatia: prova a metterti nei panni dell’altro e ad esplorare il suo mondo, senza giudizio.
- Genera connessioni: usa ciò che scopri per costruire qualcosa di nuovo, che sia una relazione più forte, un’idea innovativa o una soluzione concreta.
Perché è così importante?
In un mondo che cambia rapidamente, in cui le competenze tecniche diventano obsolete in pochi anni, la curiosità è una delle poche competenze sempre utili. Ma è solo passando al livello generativo che possiamo davvero fare la differenza, sia nella nostra crescita personale che nel valore che offriamo agli altri.
E tu?
A che livello di curiosità ti trovi oggi? E come potresti iniziare a coltivare una curiosità più generativa?
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Antonio Sanna
Coach | Formatore
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